Dal dopoguerra ad oggi
Il periodo più difficile attraversato dalle Cartiere Miliani nell'ultimo cinquantennio è senza dubbio quello che coincide con la caduta del fascismo, il successivo caos che investe il nostro Paese, l'occupazione tedesca dal settembre/43 al luglio/44, i bombardamenti che in questo periodo non risparmiano gli stabilimenti di Fabriano. Pur in una situazione di incertezza, di pericolo e precarietà, i due stabilimenti -centrale e succursale- di Fabriano, insieme a quelli di Pioraco e Castelraimondo, continuano l'attività produttiva anche se contrassegnata da orari ridotti e frequenti fermate. Questa situazione permette ai lavoratori di sorvegliare gli impianti, segnalando alle autorità clandestine del CLN locale le intenzioni e i programmi di smantellamento o di distruzione del macchinario da parte delle truppe tedesche di occupazione. L'abilità dei dirigenti locali -rimasti accanto ai lavoratori per l'attività produttiva sia pure ridotta- consente di evitare il trasferimento degli impianti e la loro distruzione. Ciò è possibile solo entro certi limiti giacchè, ad esempio, prima di ritirarsi, i tedeschi fanno "saltare" l'impianto di Castelraimondo e le Centrali idroelettriche di S.Vittore di Genga e di S.Sebastiano di Pioraco. Quanto sia decisivo il ruolo dei lavoratori cartai con la loro presenza in fabbrica emerge in tutta la sua dimensione subito dopo la Liberazione (13 Luglio 1944). La parte notevole degli impianti risparmiata dalle distruzioni dei guastatori tedeschi e dei bombardamenti aerei consente, -in tempi assai limitati- di riprendere la produzione, assicurando il soddisfacimento delle esigenze urgenti dello Stato, alle prese coi giganteschi problemi della ricostruzione materiale e politica del paese. Con la stessa lena e la stessa determinazione che li animarono durante la breve ma intensa stagione della Resistenza, lo sforzo delle maestranze, si traduce in un impegno responsabile per riattivare gli impianti, riparando i guasti prodotti dalla guerra, in un momento in cui è del tutto impossibile l'approvvigionamento di parti di macchine per sostituire quelle danneggiate. E' questo sforzo collettivo la condizione prima che garantisce la prosecuzione dell'attività delle Cartiere Miliani e quindi la sopravvivenza, dopo una parentesi di distruzioni che cancellò tante altre importanti strutture produttive. Oggi le Cartiere Miliani Fabriano sono parte del Gruppo Fedrigoni, subentrato al Poligrafico e Zecca dello Stato nella proprietà.