Museo della carta e della filigrana

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La scelta degli stracci

La scelta degli stracciNella sede del Museo della Carta e della Filigrana è stata ricostruita la Gualchiera Medioevale Fabrianese. Essa riprende le tecniche usate dai famosi "Mastri Chartai" , determinanti per il perfezionamento e per la diffusione della carta nel mondo. Nella struttura museale è possibile seguire l'intero ciclo lavorativo: dall'arrivo e stoccaggio degli stracci in "monte", alla spedizione delle balle di carta finita per centri di consumo italiani ed europei, attraverso i porti di Fano e di Talamone. Materia prima essenziale per la produzione della carta è lo "straccio", che giunge a Fabriano dai vari centri vicini, confezionato in balle serrate con corde di canapa. La "stracciarola" provvede ad una prima pulizia dello straccio "scrollandolo" e "arcapandolo" per togliere corpi estranei e sporcizie e "raschiandolo" con un coltello adatto, distaccando anche fibbie e disfacendo eventuali cuciture. Li classifica secondo la qualità, la cosiddetta "sceglitura", e li getta in uno dei tre settori in cui è suddiviso il cassone di raccolta: "boni", "grossi" e "vergati". Lo scarto viene messo da parte per essere utilizzato nella produzione di carta grossolana da imballo. Il sudiciume, che non si è tolto con la "scrollatura" e la "raschiatura", viene eliminato o ridotto di quantità con l'operazione di "maceratura". Dopo averli bagnati abbondantemente, gli stracci vengono ammucchiati in un angolo del "maceratoio" o "putrefattoio", rimuovendoli periodicamente e continuando a bagnarli. La sostanza organica, che costituisce il sudiciume, e la parte non cellulosica fermentano sviluppando gas maleodoranti e calore. L'eventuale aggiunta di calce (idrato di calcio) serve a meglio regolare la macerazione. Prima di essere sottoposto all'azione delle pile a magli multipli, lo straccio, solitamente di pezzatura grossa, viene ridotto in rettangolini di pochi centimetri di lato. Questa operazione viene eseguita con una "falce" disposta verticalmente sul davanti del cassone di raccolta dello straccio tagliato. La trasformazione dello straccio in "pasta da carta" o "pisto", cioè la riduzione del tessuto a fibra elementare, viene ottenuta dai cartai Fabrianesi con le "pile idrauliche a magli multipli". La pila a magli multipli è costituita da:

1. un robusto tronco di quercia squadrato, nel cui interno vengono ricavate da tre a sei vasche di contenimento dello straccio;

2. una ruota idraulica a palette, trascinata dal basso;

3. un albero a "palmole" (cavicchie, cammes) intimamente connesso alla ruota;

4. magli o mazzi o pestelli: spezzoni di legno di quercia alti circa 1 metro, a sezione quadrata di circa 15 cm di lato; hanno la funzione di pestare lo straccio contenuto nelle vasche e per questo sono muniti di appositi chiodi infissi sulla testata o base minore. Il fondo delle vasche è ricoperto da una piastra di ferro o di bronzo;

5. spallette anteriori e posteriori: assicurano l'articolazione dei magli attraverso le apposite "aste";

6. dispositivo di lavaggio dello straccio nell'interno della vasca;

7. intelaiatura: robusta struttura di legno che assicura la stabilità a tutta la macchina e sorregge la ruota idraulica ed il connesso albero a palmole;

8. trave delle vasche, magli, aste albero sono resi più solidi per mezzo di una robusta cerchiatura di ferro battuto e giunture eseguite con chiodi ribattuti.