Gutenberg
La paternità dell’invenzione della stampa, universalmente attribuita a Johann Gensfleisch Gutenberg sembra derivare non solo dall’unanime accordo degli scrittori dell’epoca, ma anche dall’analisi degli stessi frammenti superstiti degli stampati prodotti negli anni della sua attività.
Fra questi, il più antico attualmente conosciuto sembra essere il “Frammento del Giudizio Universale”, così denominato per via del suo contenuto, e conservato nel Museo Gutenberg già dal 1902, dieci anni più tardi la sua scoperta a Magonza.
L’analisi di alcuni dettagli quali la posizione della filigrana, unita alla conoscenza dell’intero poema, lasciano intendere che il libro a cui il frammento apparteneva fosse costituito da 74 pagine di 28 righe ciascuna. La sua pubblicazione viene fatta risalire agli anni compresi tra il 1444 e il 1447, immediatamente a ridosso del soggiorno a Strasburgo.
Gli studiosi tedeschi hanno individuato tre distinte fasi evolutive dell’attività di Gutenberg: i caratteri del Donato di Parigi, quelli della Bibbia a 36 righe e quelli del Calendario Astronomico.
Rispetto al “Frammento del Giudizio Universale”, risultano essere molto simili – da un punto di vista tecnico – quelli della “Grammatica latina” di Elio Donato, della quale vennero realizzate tre diverse edizioni, tutte su pergamena e tutte anteriori al 1458. Sono pochi i fogli superstiti giunti fino ai nostri giorni: quelli relativi alle prime due edizioni sono conservati a Berlino, mentre quelli della terza si trovano presso la Biblioteca Nazionale di Parigi, e proprio da questi trae nome la tipologia dei caratteri.
Per quanto attiene i caratteri del calendario astronomico, possiamo affermare con certezza che costituiscono la seconda variante dei “caratteri della Bibbia a 36 righe”: quest’ultima fu stampata a Magonza sicuramente prima del 1460.
Il calendario astronomico consiste in una pergamena rinvenuta a Wiesbaden nel 1901. Le pagine purtroppo non riportano datazioni che possano far individuare facilmente il periodo di realizzazione. Tuttavia, è grazie alle indicazioni astronomiche che gli studiosi pensano possa riferirsi al 1458 e che sia stato stampato quindi a fine 1457. Una magistrale esecuzione tecnica, la quale testimonia una certa esperienza sia dell’incisore che del tipografo, attribuibile in quegli anni proprio e soltanto alla figura di Johann Gensfleisch Gutenberg.
L'INVENTORE DELLA STAMPA A CARATTERI MOBILI
Johann Gensfleisch Gutenberg nacque a Magonza intorno al 1400. Appartenente a una famiglia benestante, a seguito di moti popolari delle classi più povere, fu costretto all’esilio e a trasferirsi a Strasburgo.
Fonti storiche collocano il suo arrivo in città intorno al 1430, ed è proprio qui che Gutenberg inizia ad avvicinarsi alla possibile idea di un procedimento tipografico, così come testimoniano i verbali di un processo del 1439 che lo vide direttamente coinvolto per questioni ereditarie di uno dei due soci, prematuramente deceduto, con cui da qualche tempo aveva avviato un’attività.
Non si conoscono quelli che furono gli sviluppi di detta società, ma ciò che è certo è che Gutenberg, scagionato da ogni accusa, proseguì nelle sue ricerche, fortemente incentivate tra l’altro da un prestito che egli ricevette nel 1441 dalla parrocchia di San Tommaso: è proprio questa l’ultima notizia che abbiamo del soggiorno in Francia.
Gutenberg rientra in Germania: nel 1448, in seguito all’amnistia, lo ritroviamo a Magonza dove ottiene ulteriori prestiti per condurre i lavori. Nonostante questo tuttavia, i problemi non erano ancora finiti.
Il 1455 infatti lo vede nuovamente protagonista di un secondo processo: Johann Fust, orafo e capitalista, pretese da Gutenberg non solo la totale restituzione delle somme di denaro anticipategli quale investimento nell’attività che egli stava svolgendo, ma addirittura impose il riconoscimento dei propri diritti sugli strumenti e macchinari costruiti grazie al ricavato del proprio prestito. A suo favore tra l’altro, testimoniò il genero e futuro consocio Peter Schoeffer. I due riuscirono ad ottenere il possesso di parte dell’attrezzatura e diventarono i tipografi più importanti di Magonza.
Quanto a Gutenberg, cadde in un periodo di profonde difficoltà economiche: cercò di avviare autonomamente una nuova attività, una piccola impresa artigianale che però non riuscì mai a sollevarsi dalla crisi e a trovare la giusta via dello sviluppo.
Di questa attività, così come della morte dello stesso Gutenberg avvenuta intorno al 1460, se ne può prendere atto grazie alla testimonianza di Konrad Humery che, tramite un documento datato 26 febbraio 1468, intende portare a conoscenza dell’arcivescovo Adolfo di Magonza di essere entrato in possesso di alcuni utensili dediti all’arte della stampa lasciatigli in eredità dall’inventore.