Museo della carta e della filigrana

Home La signoria dei Chiavelli

La signoria dei Chiavelli

Il Palazzo del Podestà e la Fontana SturinaltoDal 1378 al 1435 si afferma la Signoria dei Chiavelli, antichi feudatari del contado assoggettati a Fabriano durante la formazione del libero Comune. A dare stabilità egemonica alla sua potente famiglia è Guido Napoletano, che conquista il governo della città dopo aver esautorato il potere economico e politico delle arti. Il suo inserimento nel mondo imprenditoriale e finanziario passa attraverso il controllo delle attività manifatturiere locali e quindi anche della produzione e del commercio della carta, attività esercitate prevalentemente dalla borghesia artigiana e mercantile. Infatti i sicuri profitti che si ricavano dall’arte cartaria inducono i Chiavelli ad incrementare lo sviluppo con l’acquisto di gualchiere, che rilevano da piccoli imprenditori eliminati dalla concorrenza, e a dar vita a società commerciali alle quali partecipano con l’impiego di ingenti capitali. L’importanza e la fama raggiunte dal principale prodotto fabrianese risultano anche dallo Statuto comunale del 1436 che, per comprensibili motivi di "utilità pubblica", vieta a chiunque di erigere in un raggio di 50 miglia da Fabriano edifici per fabbricare carta e di insegnare i segreti dell’arte a chi non risiede nel territorio del Comune, sotto pena del pagamento di 50 ducati. Qualche anno più tardi la proibizione è riconfermata con pene più pesanti per i trasgressori, ai quali si minaccia di venire considerati “ribelli” e quindi banditi dalla città con la conseguente confisca dei beni. La cura con cui la magistratura locale protegge l’arte e i suoi segreti è evidente in un documento del 1445, quando i priori del Comune, preoccupati che con la morte del maestro Piero di Stefano, unico artigiano che esercita l’arte del "modularo" nella provincia della Marca, si spenga anche la sua professione, inducono l’anziano artigiano a promettere solennemente di insegnare l’arte a suo figlio o a qualsiasi allievo apprendista della sua bottega e di non costruire o riparare telai da usare fuori del distretto di Fabriano sotto pena di pagare una multa di 100 ducati. L’artiere specializzato nella costruzione dei telai di legno - denominato "modularo" - è una figura professionale di particolare importanza per la fabbricazione a mano dei fogli di carta. Lo strumento o utensile che esce dalle sue mani – detto forma o modulo – è costituito da un telaio di legno, sul quale è fissata una tela a maglie fitte, e da una cornice mobile o cascio, sempre di legno. La forma deve essere costruita in modo che , una volta immersa dal lavorente nel tino per prelevare la pasta da carta, possa, al momento della feltrazione, sopportare il carico di acqua e fibra senza subire deformazioni.